Più volte in questi mesi, man mano che spuntava una nuova manovra abbiamo aggiornato al rialzo il valore della pressione fiscale sul PIL e se la Cgia calcolava nel 2014 una possibile pressione del 44,1%, la Confesercenti , obiettava che col taglio della agevolazioni si sarebbe arrivati già nel 2013 al 44,8%. Da pochi giorni siamo di fronte ad una nuova manovra, la Manovra Salva Italia che ha rimescolato di nuovo le carte alzando, nostro malgrado l'asticella della pressione fiscale, verso nuovi record mai raggiunti prima.
Difficile fare una stima precisa, ma come sempre c'è chi ci prova.
La voce più autorevole è in questo caso quella del governatore di Bankitalia che in audizione alla Camera ha spiegato che nei prossimi due anni le misure di bilancio contenute nella manovra produrranno effetti restrittivi sul Pil stimabili in mezzo punto percentuale. Effetti che potranno essere compensati qualora il rendimento dei titoli di stato tornasse a livelli accettabili. Inoltre – ha proseguito Visco - “ I nuovi interventi porteranno la pressione fiscale intorno al 45%”.

Prima dell'ultima manovra la pressione fiscale attesa risultava essere pari al 44,04% sul 2012, il 44,84% sul 2013 e il 44,83% sul 2014. Per gli effetti della Manovra Salva Italia, la pressione fiscale attesa dovrebbe crescere al 45,17% sul 2012, al 45,70% sul 2013 e al 45,54% sul 2014.
Si parla ovviamente di valori record, perchè nella storia la pressione fiscale non ha mai superato il 44% e soltanto due volte ha superato il 43%, nel 1997 arrivando a 43,63% e nel 2007 quando fu del 43,05%.
Ma non è finita qua, per il quotidiano dei commercialisti, infatti i dati sul Pil attesi potrebbero ulteriormente far schizzare in alto il livello di pressione fiscale, fino a sfiorare il 47% nel 2014 (46,85%). E va detto, i dati da cui parte l'analisi sono anche più ottimistici rispetto a quelli descritti da Visco e da Confindustria e Ocse, per i quali siamo già in recessione.
Lo scenario descritto è secondo eutekne.info, piuttosto realista a meno che non si trovi il modo per far riprendere il Paese a crescere, una strada storicamente complicata per il nostro Paese (almeno negli ultimi anni) e che manovre di questo tipo, pur necessarie, tendono a rendere la strada ancora più in salita.
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