Abbiamo visto nei giorni scorsi che, secondo l'osservatorio Censis-Abi, gli italiani a causa della crisi hanno perso la voglia di investire nel mattone. C'è però un altro punto di vista da considerare, infatti gli italiani spesso non riescono o non possono investire nel mattone. A sottolineato è il rapporto dell'Osservatorio congiunturale dell'Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili) che ha evidenziato come le banche abbiano effettuato una stretta del credito decisamente sensibile. Infatti, secondo i dati presentati, negli ultimi cinque anni i mutui erogati alle famiglie per l'acquisto di abitazioni sono diminuiti del 21,5% e sono nello scorso anno dell'11,8%. L'elemento critico è secondo i costruttori il fatto che nonostante i prezzi medi delle case siano calati di poco, la percentuale di finanziamento concesso dalle banche per l'acquisto della casa è invece crollata, passando dall'80% del prezzo dell'abitazione a circa il 50%.
La conseguenza di tale scelta è ovvia: sempre meno famiglie sono in grado di sostenere l'onere iniziale per l'acquisto di un'abitazione. Tutto questo nonostante il bisogno di casa sia ancora una necessità per le famiglie, che però è reso più difficoltoso dal comportamento delle banche e dalle difficoltà delle famiglie a risparmiare.
Per uscire da questa situazione l'Ance ha proposto al Governo di riconoscere l'integrale detraibilità degli interessi passivi dei mutui per l'acquisto dell'abitazione principale, oggi limitata al 10% sino ad un massimo di 4 mila euro.
Ciò ha implicato anche pesanti conseguenze in termini lavorativi. Infatti, negli ultimi cinque anni, nel settore delle costruzioni sono stati persi 325 mila posti di lavoro, che diventano 500 mila, spiega l'Ance, se si considerano anche i settori collegati. E non si prevede una inversione di tendenza a breve, tanto che per quest'anno si prevede un calo degli investimenti del 6%, superiore a quello dello scorso anno (-5,3%) e superiore alle stime previste (-3,8%).
Di positivo ci sono per l'Ance, le misure contenute nel Decreto Sviluppo che “rappresentano un primo segnale concreto per contrastare la crisi” e “si ritiene che possano attivare già nel 2013 investimenti aggiuntivi per circa 1,5 miliardi di euro, principalmente collocati nel comparto abitativo”.
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