Abbiamo visto ieri come secondo
l'Osservatorio Regionale sul Costo del Credito circa una famiglia su
quattro di quelle che hanno sottoscritto un mutuo per l'acquisto di
un appartamento non è più
in grado di garantire il regolare pagamento della rata mensile
concordata con la banca. Oggi sul tema dell'emergenza abitativa è
intervenuta anche la Cgil che ha presentato lo studio Bisogni
abitativi e housing sociale nella trasformazione urbana. Secondo
l'organizzazione sindacale negli ultimi dieci anni l'innalzamento dei
prezzi di vendita e dei canoni di affitto delle abitazioni è stato
di gran lunga superiore alla crescita dei redditi delle famiglie. In
concreto, secondo l'indagine di Cgil e Sunia i canoni dei contratti
rinnovati sono cresciuti dal 2000 al 2010 mediamente del 130% con
punte del 145% nei grandi centri urbani. Nello stesso tempo l'aumento
medio dei costi degli immobili è stato pari al 50%, mentre ha
sfiorato il 100% nei grandi centri abitativi. Il risultato di questa
grande crescita è che oggi, secondo la Cgil, quasi 2,5 milioni di
famiglie, pari al 10% del totale, sono in una situazione di grande
disagio nel pagare tali spese, che pesano per oltre il 40% sul
reddito.
Le famiglie più in difficoltà
risultano essere quelle in affitto (31%), quelle con i redditi
inferiori a 15 mila euro (27%), le famiglie monogenitori con figli
minori (26%) e le famiglie di persone sole con meno di 35 anni (24%).
Tra le dinamiche che concorrono a
creare il problema abitativo la Cgil segnala anche la modificazione
dei nuclei familiari, che rispetto al passato sono aumentati nel
numero ma ridotti per dimensione Rispetto a 30 anni fa, infatti,
le famiglie con un solo componente sono passate dall'8,5% al 27% del
totale. Un effetto dell'aumento del numero di famiglie e del peso delle spese per la casa è stato
lo spostamento di sempre più nuclei familiari dalla città verso
lesterno, nel tentativo di risparmiare. Allo stesso tempo negli
anni, le politiche rivolte al settore dell'edilizia residenziale ,
per sé già esigua e pari 4% dello stock abitativo contro una media
europea del 20%, sono ulteriormente diminuite. Infatti la produzione
annua è passata dalle 34 mila abitazioni in edilizia sociale del1984 alle circa 2 mila unità degli ultimi anni su un totale di
circa 300 mila abitazioni costruite.
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